Le parole curano?
Le parole curano?
Molti si chiedono come possa una cura che si fonda sulla parola curare la sofferenza umana.
Almeno tre sono le evidenze che ne mostrano l’efficacia.
Innanzitutto la parola, o per meglio dire il linguaggio, è la causa stessa della sofferenza che si domanda di curare.
L’incontro con il linguaggio perturba l’essere, stravolge la bussola naturale dell’istinto. È come se al posto dei soliti nord, sud, est, ovest, ci ritrovassimo con una bussola con dei segni sconosciuti, una bussola che indica qualcosa ma non si capisce cosa, e neanche si capisce com’è che l’ago si sposta da un segno all’altro.
La sofferenza umana prende vita dal fatto di essere, prima ancora di nascere, nel linguaggio. E ogni volta, si tratta di parole di troppo o di parole mancate.
Se allora la parola può ammalare non si vede perché non possa curare.
In secondo luogo, la parola non è semplicemente un fenomeno intellettivo, posto al di fuori della realtà corporea: l’atto stesso di parlare è un atto del corpo. E così anche recepire il linguaggio è un atto del corpo.
Urlare “aiuto” per strada, lo mostra bene, genera uno scalpore di corpi, che guardano, si allarmano, compiono movimenti, sudano, si contraggono, proprio a causa di quella parola.
Sentirsi dire “ti amo” e dire “ti amo” è un atto in cui il corpo intero viene perturbato.
Ma ancora di più, la parola è addirittura una apparecchiatura del corpo. Basti pensare all’uso del corpo che si realizza nelle diverse culture.
Si può addirittura smettere di vivere a causa di una parola, o dare la vita a causa di una parola.
In terzo luogo, la parola è così tanto legata al corpo, che possiamo rovesciare questo rapporto, al punto che un atto rivolto al corpo ha un effetto di significato.
Lo sanno bene i bambini, quando ricevono uno schiaffo dal genitore, che di solito piangono più per il significato dello schiaffo (“mamma o papà sono arrabbiati con me”, per esempio) che per il dolore del corpo.
La parola è dunque un fenomeno del corpo, che ha effetti nel corpo.
È anche per questo, tra le altre cose, che in un psicoanalisi si parla: perché chi si cura è un corpo che parla.