Disturbo Ossessivo-Compulsivo

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Il rapporto tra l’ossessivo e il suo Altro, secondo l’orientamento lacaniano, si configura come una dinamica complessa e intrisa di tensioni. L’ossessivo, caratterizzato da pensieri ricorrenti e comportamenti compulsivi, vive in un contesto in cui l’Altro gioca un ruolo cruciale nella sua struttura psichica.
 
Lacan distingue tra diversi registri dell’esperienza umana: il Reale, il Simbolico e l’Immaginario. Nel caso dell’ossessivo, il registro Simbolico assume un’importanza centrale. L’ossessivo tende a cercare di controllare il proprio mondo attraverso rituali e comportamenti precisi, come se potesse contenere l’ansia e l’incertezza insite nelle sue relazioni con gli Altri. Questo tentativo di controllo riflette un desiderio di riconoscimento e approvazione, ma al contempo rivela una paura persistente di un Altro inaccessibile o giudicante.
 
In questo contesto, l’ossessivo spesso idealizza l’Altro, proiettando su di esso le proprie aspettative e bisogni. Tuttavia, questa idealizzazione è fragilissima: l’ossessivo vive nella costante paura di deludere le aspettative dell’Altro o di essere abbandonato, il che lo spinge a comportamenti autolimitanti. La ripetizione dei rituali diventa un modo per gestire l’ansia, ma non offre mai una vera soluzione.
 
L’Altro, d’altra parte, non è mai semplicemente passivo. Esso risponde alle dinamiche dell’ossessivo, contribuendo a una danza di ricerca e fuga. Questa relazione diventa una sorta di campo di battaglia simbolico, dove le forze dell’ansia e del desiderio si scontrano. L’ossessivo cerca una risposta dall’Altro che mai arriva completamente, restando intrappolato in una spirale di incomunicabilità e malintesi.
 
Lacan suggerisce che per l’ossessivo, il percorso verso la soggettivazione richiede un confronto con l’Altro in modo differente. È solo affrontando le proprie paure e il vuoto esistenziale che l’ossessivo può iniziare a liberarsi dalla schiavitù dei propri rituali e costruire un legame più autentico. In questo senso, il lavoro terapeutico diventa cruciale: aiuta l’ossessivo a riconoscere l’Altro non come un oggetto da controllare, ma come un compagno nel viaggio della scoperta di sé e della propria soggettività.

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